mercoledì 9 maggio 2012

Falso "buonismo"

"La crisi sta uccidendo", "La crisi ferma l'economia", "La crisi mette in ginocchio"
Da mesi sento ripetere frasi come queste, ma quando lo stato sperpera i soldi pubblici per le più stravaganti follie, quando molti imprenditori considerano i bilanci un gioco di numeri, quando chi lavora considera lo stipendio l'unico motivo del proprio agire non posso immaginare altra conseguenza.
Nessuno si scandalizzava più di tanto a sentire che venivano spese cifre esorbitanti in progetti inutili, oppure quando un manager riceveva buonuscite stellari dopo aver fatto fallire un'azienda, oppure ancora che un lavoratore passava il suo tempo a fare la spesa, ma adesso la colpa è della Crisi. La crisi è soltanto la conseguenza di uno stile di vita e gestione del lavoro e delle imprese in cui non ci sono più Grandi obbiettivi ed ideali, ma soltanto la bramosia sfrenata del denaro.
Molti che ora si lamentano delle tasse, prima le hanno semplicemente evitate, molti che si lamentano della stretta creditizia prima hanno considerato i bilanci (aziendali o familiari) come semplici elenchi di numeri messi a caso per compiacere questo o quello. Quando inizieremo a considerare gli errori commessi e soprattutto a correggerli ?
Non esistono "diritti acquisiti" esistono diritti ed esistono doveri, non consigli, ma DOVERI cose che bisogna fare e, per citare il Codice Civile, fare con il buon senso del buon padre di famiglia.

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